venerdì 9 aprile 2010

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martedì 10 novembre 2009

presentazione





presso la libreria PAGINE di SPORT

IL 20 NOVEMBRE 2009 ALLE ORE 17,00

PRESENTAZIONE del libro:

"L'insostenibile leggerezza di Effenberg" ed. BRADIPO



Questo libro è sul calcio. E sui calci. Quelli che certi danno alla vita. O meglio alle cose ovvie della vita...
L’autrice ebbe modo di conoscere molti calciatori grazie al programma radiofonico “L’insostenibile leggerezza di Effenberg” e di chiacchierare con loro di pallone, pensando che non fosse solo una palla che rotola..., ma anche di spogliatoi, di emarginazione e di periferie.
Il programma è stato definito una “piccola cellula rivoluzionaria”, un po’ come il calciatore viola che ha ispirato il titolo, il tedesco Stefan, uno che a modo suo si è sempre schierato contro il potere costituito. Un po’ come i personaggi di questo libro. A partire da uno che quando era bambina attirò la sua attenzione per via del suo modo strano di stare in campo: i capelli lunghi e l’orecchino, il talento dentro due scarpini diversi (il destro a sei tacchetti, il sinistro - quello usato per calciare - a tredici). “Un Chiorri Alviero, c’è solo un Chiorri Alviero”: se gli facevano questo coro, un motivo ci sarà. E infatti è da lui, dai suoi ricordi, dalle sue richieste, dalle sue curiosità che parte la sequenza dei personaggi

Note sull'Autore: GABRIELLA GREISON vive a Roma con il suo cane. Giornalista professionista ha una laurea in fisica nucleare. Dopo Radio Popolare è andata alla RAI su Radio Due, poi a Radio Deejay mentre di tivvù ha fatto anche Sky Sport. Ma preferisce scrivere! Dopo il Manifesto è arrivata la luce rosa. E così, da un po’ di tempo si sveglia pensando cosa scrivere sulla Gazzetta dello Sport e va a dormire pensando a come poteva scriverla meglio. Adora il calcio, le canzoni di Serge Gainsbourg, l’odore del fior di loto, la matematica, il surf e la carbonara. Detesta le arance e i soprammobili.






mercoledì 4 novembre 2009

venerdì 9 ottobre 2009



da Venerdì 9 Ottobre 2009

martedì 29 settembre 2009

venerdì 18 settembre 2009

MARTEDì 22 Settembre
alle ore17.30
presso la Libreria PAGINE di SPORT, Roma


Presentazione del libro di DARIO TORROMEO:



"E chiamavano me assassino"

Stanley Ketchel, il più grande dei selvaggi del ring.

E altre storie



ed.ABSOLUTELY FREE collana i dannati dello Sport



L’AUTORE:
Dario Torromeo, romano, classe 1949, è da 40 anni al Corriere dello Sport.Da inviato, ha seguito nove Olimpiadi, un Mondiale di calcio ed è stato testimone a bordo ring di tutti i più importanti eventi di boxe dal 1985 a oggi.Ha vinto due Oscar del pugilato e un premio nazionale Ussi.Ha scritto tre libri di boxe (“Come vedere un incontro di pugilato", “Uomini e pugni" assieme a Roberto Fazi, “Dodici giganti": vincitore di un premio al concorso letterario del Coni). Per due anni è stato telecronista di boxe per Stream-Tv.Vive e lavora a Roma.
Ed è da poco diventato nonno.
IL LIBRO:
Stanley Ketchel non sapeva né il suo cognome d'arte (con una o due elle?) né chi fosse il suo vero padre. La boxe gli ha dato più di una certezza: è stato campione del mondo dei medi; è stato soprannominato l’«Assassino»; ha sfiorato il titolo dei massimi. Per alcuni è stato addirittura il miglior peso medio di tutti i tempi. La vita, oltre alle incertezze, gli ha buttato in faccia anche molte delusioni, troppi dolori, una morte violenta a soli 24 anni. Stanley è riuscito a non essere fortunato anche dopo la morte. Per l’eredità suo fratello ha ucciso il suo presunto padre. Questo libro racconta dunque una storia di violenza, e di sofferenza estrema. Come lo sono spesso quelle di chi sale sul ring per conquistare una dignità che la vita quotidiana non è in grado di assicurare. Stanley è uno dei tanti pugili che hanno pagato tutto. Non era un assassino, ma neanche un buono, non è stato né vittima né colpevole. E solo la boxe ha saputo farlo esprimere.Dai tempi di Ketchel a oggi il pugilato è molto migliorato: i match non sono infiniti, le regole sono precise, non è più consentito a un atleta di battersi contro un altro che lo sovrasta nel peso. Si è insomma «umanizzato».
La vita di tutti i giorni, invece, per i tipi come Stanley è rimasta spietata.
(Sergio Rizzo, vice direttore Corriere dello Sport - Stadio)